giovedì 12 luglio 2018

Pensiero molto breve:
 
Si dimostra meglio qualcosa
 quando non c'è interesse nel farlo....
non a qualcun altro
Sentirsi insultare sul proprio lavoro è triste,
sentirsi insultare sul proprio scopo di vita è peggio.

Pensiero molto breve:

Ok, ho una domanda da un miliardo: è possibile inventarsi qualcosa senza avere il dubbio o la semi-certezza che non lo abbia già fatto qualcun altro?
Non credo proprio.

lunedì 9 luglio 2018

WONDER X 4 (R.J. Palacio)

Ho comprato il libro Wonder: tutte le storie, l'ho letto..... infine l'ho voluto costantemente a risaltare sul mio scaffale, per averlo subito sottomano e risfogliarmelo quando volevo. Come a dire che quello è un libro (4 libri) inequivocabile. Ognuno dei quattro volumi non può proprio esistere senza gli altri, vale soprattutto per il primo - quello raccontato dal punto di vista del protagonista e della sua famiglia.
Auggie (August) Pullman,  bambino nato con lla sindrome di Treacher Collins con la faccia che fa impressione anche dopo aver subito circa una ventina di operazioni per aggiustarla, fa le sue prime esperienze di vita a scuola dove dovrà fare i conti con alcuni compagni a lui ostili e con l'imbarazzo di sentirsi diverso anche davanti a quelli più amichevoli.
Jack Will, Summer, e la sorella Via (Olivia) lo aiuteranno a superare le difficoltà iniziali e a concludere il primo anno delle medie per poi andare avanti.
Il bello di questo libro è proprio la molteplicità dei punti di vista, che sia distaccato come quello di Justin, il fidanzato violinista di Via, o molto più partecipe come quello di Jack Will, che arriverà ad inimicarsi Julian, ragazzino presuntuoso e influente, per la sua amicizia verso Auggie.
Forse Julian potrebbe essere considerato il personaggio più coplicato. Fin dall'inizio della sua versione si capisce una cosa importante: fa tanto il cattivo e vanitoso, ma in realtà ha paura della sua stessa ombra. Il solo guardare Auggie gli fa venire gli incubi, avuti fin da bambino ogniqualvolta gli fosse capitato in televisione qualcosa dall'aspetto grottesco, per questo vorrebbe tanto che lui se ne andasse dalla scuola Beecher Prep.
Altro punto su cui riflettere sono le figure dei genitori, soprattutto quelli di Julian.
R.J Palacio sembra, secondo la mia opinione, che voglia sottolineare e criticare quelle mamme che hanno un debole immenso per i loro figli, così che alla prima stupidaggine che farlo sono prontissime a giustificarlo e ad incolpare qualcun altro come capro espiatorio. Così fa Melissa Albans, la scrupolosa e altezzosa madre di Julian, che odia le imperfezioni a tal punto da rimuoverle dalle foto con photoshop, e pronta perfino a inveire contro i camerieri dei ristoranti perchè non servono più il piatto preferito di suo figlio.
Tuttavia la Palacio non sembra condannarle del tutto, almeno dopo che Julian, avendo ascoltato una commovente storia da sua nonna riguardo ad un giovane disabile degli anni suoi, ammette le proprie colpe; è solo lì che la madre si decide ad abbassare la cresta e abbandonare le sue pretese di avere ragione su tutto.
Il problema di alcune mamme è che non vogliono ammettere che i propri figli non siano perfetti, se lo facessero si sentirebbero umiliati nel proprio orgoglio di genitore rendendosi conto di aver sbagliato qualcosa. Figlio cattivo starebbe a significare genitore incapace: questa è l'ultima categoria in cui chiunque vorrebbe essere collocato, e pur di evitarlo si arrampica sugli specchi.
Con le storie brevi di Christopher e Charlotte, amici di Auggie presenti nella sua vita ma più distaccati si passa oltre all'handicap del protagonista e si esplora la vita di due bambini normali, l'uno goffo, distrato e preoccupato di essere chiamato incapace, l'altra a caccia di storie e dolci misteri da risolvere per non annoiarsi e amante della danza.
Inoltre le vite dei giovani personaggi si incrociano con quelle di altre persone, conosciute o meno, le cui storie ed esperienze influenzano loro scelte importanti. Come a dire che basta molto poco per cambiare, per darsi una svolta, per imparare qualcosa; anche se è merito di qualcosa di molto piccolo e apparentemente insignificante.
A Christopher  - che vive in un'altra città - infatti basterà una conversazione via chat con Auggie fatta in seguito ad una brutta giornata per decidere di appoggiare un suo compagno in un evento difficile anzichè abbandonarlo; a Charlotte invece basterà frequentare un corso di danza e una canzone con dietro una storia triste per scoprire di aver avuto un'idea sbagliata su alcune ragazze che un tempo disprezzava.

La mia musica segreta (Jane Hawking)

La mia musica segreta è un romanzo di genere storico-drammatico scritto da Jane Wilde Hawking, ambientato in Inghilterra fra il secondo do...