lunedì 27 novembre 2017

Recensione: Il Giornalino di Gian Burrasca


Il Giornalino Di Gian Burrasca sintetizza la voce dell'innocenza che smaschera l'ipocrisia della politica; Giannino vorrebbe solo giocare e fare scherzetti che considera innocui, ma la sua condizione di "Unico figlio maschio" di una famiglia altolocata gli impone restrizioni ingrate che non accetta.
Sia lui, che l'amico Gigino Balestra arrivano a far capire l'insensatezza del partitopolitico dei Socialisti, tanto democratice e rivoluzionari a parole, ma gelosissimi delle loro possibilità economiche, di cui i maggiori esempi sono il cognato di Giannino e il padre di Gigino.
Ma la parte migliore sono le avventure di Giannino nell'orribile collegio Pierpaoli, dove avviene la lotta contro l'avidità e il sopruso dei direttori con la scoperta di un disgustoso segreto.
Giannino è indicato dai grandi come un bambino cattivo, ma in realtà ha più cuore di tutta la sua famiglia messa insieme.
Questo libro potrebbe essere un buon sistema er conciliare ai giovani lo studio della società italiana dei primi del 900, con i suoi valori morti, oppure mai esistiti, che però vengono creati da ragazzini bistrattati tra i quali spicca il caeratismo della cosiddetta "Società segreta" di cui anche Giannino entrerà a far parte.

La mia musica segreta (Jane Hawking)

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